L’arrivo dei Re Magi
Anche quest’anno i Re Magi nel loro viaggio di ritorno, dopo aver visto il “Re dei Re”, hanno voluto far tappa alla parrocchia di San Giuseppe di Campo dell’oro. I numerosi bambini presenti hanno avuto modo di conoscere e fare molte domande a:
Baldassarre (l’adulto): re arabo di carnagione olivastraMelchiorre (l’anziano): maharaja indiano dai capelli bianchi e la lunga barbaGasparre (Il giovane): mistico re dell’Armenia;
I tre vennero trasformati in casta sacerdotale dalla riforma di Zoroastro: veri e propri ministri ufficiali del culto persiano del fuoco.
Erano considerati dei saggi (avevano, per esempio, molte conoscenze astronomiche) e dei taumaturghi e contribuirono a reprimere il manicheismo. Si ritiene che è’ stato appunto dalle loro funzioni di indovini e fattucchieri che derivò il nome di “magi” o maghi.
Partirono con dromedari (animali più veloci dei cavalli) e, giunti a Gerusalemme, chiesero a Erode di aiutarli a trovare il bambino predestinato a essere re ed egli, vedendo minato il suo potere, ordinò l’uccisione di tutti i bambini nati in quel giorno.
San Matteo parla di loro nel suo Vangelo (2.1-2.2): “Nato Gesù in Betleem di Giuda,…, ecco dei Magi arrivarono dall’Oriente a Gerusalemme, e chiesero: “Dov’è il Re dei Giudei nato da poco? Perché noi abbiamo visto la sua stella in Oriente e siamo venuti per adorarlo” L’evangelista non parla di un astro, men che meno di una “pagana” cometa, bensì della “sua stella”, da interpretarsi come “sua luce”, quella di cui Cristo è fonte è che funge da guida interiore ai tre saggi (magi, letteralmente, significa sapienti).
Seguendo la luce trovarono il Salvatore e gli offrirono:
- oro, che è il metallo più prezioso simbolo di regalità,
- incenso, che è un profumo che si brucia in onore di Dio quindi simbolo di divinità,
- mirra, un balsamo che serviva per imbalsamare i morti, a simbolo della passione di Cristo che darà la sua vita per l’umanità.